Thursday, 18 September 2014

La vita, le contraddizioni e le tartarughe di Kazanli


A Kazanli si dice merabha per dire ciao, e i bambini disegnano con le mani un cerchio che si stringe per dire che il sole sta tramontando e che possiamo andare a giocare a calcio nel campetto senza porte dietro il complesso di case in cui viviamo noi volontari e un numero imprecisato di famiglie.

Tutti noi aspettiamo che il sole ci lasci vivere, così le giornate iniziano lente. Nelle ore più calde mi lascio guidare dalle azioni che ho imparato a fare per sentirmi meglio: I miei impegni sociali iniziano nel tardo pomeriggio e si prolungano fino a notte inoltrata, così non mi pongo limiti nel dormire, e quando mi sveglio, dopo essermi fatto una doccia fresca, mi sposto dal dormitorio all'altro appartamento che abbiamo all'interno del complesso di case.

Lungo i marciapiedi incontro i bambini , non riesco a capire i loro giochi, scambio un cinque con i maschi, dico merabha alle bambine. Oltre i marciapiedi il complesso si apre in un giardino centrale dove la sera le persone si siedono per chiacchierare. A lato c'è un piccolo minimarket che rifornisce tutto il complesso di pane e altri tipi di vettovaglie. All'entrata c'è un grosso frigorifero che arranca per tenere fresche le bevande, sulla vetrata si formano gocce d'acqua per il contrasto termico e appare come una specie di miraggio, di solito inizio la giornata con una bottiglia di succo di frutta dal marchio turco e un pacchetto di biscotti che compro per circa cinque lire turche, pari a un euro e settanta circa. Il gestore è un tipo simpatico ma riesco solo a dirgli arrivederci: Gurusunuz!
La gente del complesso è ormai abituata alla presenza dei volontari, e lungo i marciapiedi tutti mi salutano e mi sorridono, compreso il fruttivendolo con la biga e il cavallo.

Salgo nell'altro appartamento, la living room, una stanza al secondo piano tappezzata di disegni di tartarughe, mappe geografiche e altre scritte in turco fatte dai volontari precedenti. Non c'è molta voglia di parlare, Pedro carica sul telefono le sue trasmissioni radio su politica e società, in spagnolo, Admira è al suo solito posto a parlare con il ragazzo in Bosnia, Raquel guarda un telefilm in inglese. Non so dove siano gli altri. Fuori soffia un vento caldo, i panni stesi svolazzano su tutti i balconi delle case, il sole è al culmine della grandezza e anche i bambini sotto, rientrano per qualche ora.

A queste latitudini il sole comincia a scendere intorno alle sei e mezza, allora noi volontari usciamo per pulire la spiaggia dai rifiuti, a volte insieme ai bambini con la promessa di giocare a pallone una volta finito. Camminiamo lungo i circa cinque chilometri di spiaggia protetta raccogliendo i rifiuti in grossi sacchi neri, arriviamo fino in fondo alla spiaggia dove una grossa fabbrica di cromo sbuffa fumo bianco dal camino.

Ogni sera, quando monitoriamo la spiaggia, vedo le persone che producono l'immondizia che dovrò pulire l'indomani, si posizionano con le macchine nel boschetto che sta a metà del mio percorso, bevono nell'oscurità della spiaggia, e ascoltano musiche mixate dalle sonorità orientali.
L'assenza completa di rispetto dell'ambiente di queste persone è un problema culturale ed è la sfida più grande per l'associazione e il volontariato europeo.

Ultimamente ho dedicato tempo per delle ricerche sul rapporto tra ambiente e tartarughe: l'inquinamento è uno dei problemi per la spiaggia di Kazanli ma non il più grande, al momento il problema principale sono i pescatori che con le loro reti catturano e uccidono grandi quantità di tartarughe, in tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di 130mila tartarughe vengano catturate accidentalmente durante la pesca. L'associazione Third Eye di cui faccio parte sta lavorando per introdurre nuove tipi di reti con maglie particolari, inoltre, in questi quattro anni, ha fatto un ottimo lavoro nella pulizia delle spiaggia, prima tutto era ricoperto da rifiuti, ora ci sono sacchi sparsi che porteremo via con un trattore a stagione terminata, quando si saranno schiuse tutte le uova di tartaruga sotto la sabbia.

A Kazanli, arrivano due specie di tartarughe per deporre le uova, la Caretta Caretta e la Kelonia Midas, entrambe specie considerate a rischio estinzione. Questi animali si orientano con la luce della luna, ogni nido ha una tartaruga guida che dopo la nascita esce per prima dal nido per controllare che sia notte e solo allora apre la strada alle altre. Il nostro compito è di cercare le tartarughe che non riescono a trovare la via del mare perché disorientate dalle luci artificiali intorno alla spiaggia. 
Gli esemplari più anziani della specie hanno scelto ancora per un anno queste spiagge e anche per questo anno la stagione della schiusa delle uova è quasi finita. Noi volontari in collaborazione con i ragazzi dell'istituto biologico di Mersin abbiamo trovato e salvato più di trecento tartarughe che ora nuoteranno per circa tre giorni ininterrottamente prima di arrivare a profondità sicure.

Sono alcuni giorni che a Kazanli c'è la luna piena e quando cammino, la sera, i miei pensieri si alternano tra quello che faccio come volontario europeo e quelli che sono i miei obbiettivi nella vita: mi capita di pensare a come questo posto potrebbe essere un vero e proprio teatro naturale dove ogni anno il cerchio della vita mette in scena il suo spettacolo, e mi fa piacere lavorare per questa idea. Poi il mio pensiero va a chi invece questo posto lo usa come una discarica, eppure non provo rancore, infilo le mani nell'immondizia e a lavoro finito torno al complesso di case, soffia un vento leggero, il sole tramonta alle mie spalle e mi sento bene, in un certo senso quell'immondizia mi serve, l'altruismo è un concetto a volte perverso.  


Kazanli
16/09/14

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